DIPINTI ANTICHI E DEL XIX SECOLO, FINE ARTS, DESIGN E ARTE ORIENTALE

Antonio Domenico Triva (Reggio nell'Emilia 1626 - Monaco di Baviera 1699) attribuito Santa Maria Maddalena Olio su tela 52 x 43 cm   Antonio apprese i primi rudimenti di pittura dal padre Francesco, sedicenne si trasferì a Venezia per allargare le sue conoscenze e la sua preparazione tecnica. Dopo questo primo soggiorno in laguna tornò in patria e iniziò ad operare come pittore autonomo, con un buon successo. Successivamente tornò nuovamente in Veneto, dove fece suoi gli eleganti modi di Nicolas Régnier. Nel periodo tra il 1657 e il 1658 eseguì parte del ciclo decorativo all'interno della chiesa della Madonna del Soccorso a Rovigo, assieme a Francesco Maffei, Antonio Zanchi e Pietro Liberi, con il quale strinse un sodalizio probabilmente come suo collaboratore. Dopo l'esperienza rodigina, Triva operò a Venezia, cogliendo la stima del Boschini che ne declamò le doti nella sua Carta del Navegar pitoresco. In seguito fu a Brescia e Torino e probabilmente anche in Istria e Dalmazia viste le opere ivi presenti. Terminò il suo girovagare a Monaco di Baviera dove soggiornò ed operò per ben trent'anni con ampio successo presso la locale corte. Come scrive Ruggeri, egli fu spesso confuso con Pietro Liberi sebbene abbia mantenuto la sua chiara matrice emiliana imperniata sulle lezioni del Guercino e di Luca da Reggio. Molto interessante, come notò Ruggeri, è osservare come Triva sia stato fonte d'ispirazione per Marco Liberi, di vent'anni più giovane e figlio di Pietro, che colse dall'esperto artista emiliano una propensione alla ricerca del bello ideale delle figure, di emiliana memoria, e la lucidità della sua materia pittorica che permetteva questa espressione.

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